Storie della preistoria - letture antidiluviane per bambine e bambini
- IC Domenico Bernardini
- 21 mag
- Tempo di lettura: 2 min
PREMIO Storie della preistoria 2025 – Letture antidiluviane per bambine e bambini
[II edizione]
Grazie alla piccola e preziosa libreria di quartiere, Pagina 348, abbiamo potuto partecipare ad un progetto semplice ma di immenso spessore, promosso dal Fondo Alberto Moravia.
Tutto è iniziato con un regalo: un libro, l'unico libro dedicato alle bambine e ai bambini scritto da Alberto Moravia.
E' stato chiaro fin da subito che non fosse un libro come gli altri, ma uno di quelli belli, che ti fanno apprezzare il tempo della lettura.
Abbiamo iniziato leggendo un solo racconto insieme e finito leggendo tutto il libro, ognuno per sé. Questa esperienza ha portato alla creazione artistica di opere e disegni che abbiamo spedito, grazie ai librai Marco e Cristina, alla giuria di Casa Moravia composta da personalità quali Dacia Maraini e Carmen Llera Moravia.
Per concludere questa bella esperienza, abbiamo ricevuto anche un'ottima notizia: abbiamo vinto! E ottenuto ben 6 menzioni!
Siamo stati invitati presso Casa Moravia per la premiazione da parte della giuria e per trascorrere una mattinata del tutto diversa dalle altre!
Grazie a Marco, Cristina e a tutto il Fondo Moravia!
«Dovete sapere che un milione di anni fa al polo faceva molto più freddo di oggi. Come niente la temperatura scendeva a un miliardo di gradi sottozero. Con un freddo simile, tutto ghiacciava, persino, non ci crederete eppure è così, persino il pensiero. Appena uno pensava, per esempio: “Ma che freddo boia!” subito, ecco, sulla sua testa, si formava come una nuvoletta di vapore e dentro la nuvoletta, a lettere di ghiaccio aguzze e gocciolanti come stalattiti, si poteva leggere: “Che freddo boia!” Questo fatto dei pensieri ghiacciati e dunque visibili aveva finito per portare al logico risultato che nessuno al polo aveva il coraggio di pensare quel che sia. Tutti avevano paura che gli altri gli leggessero nel pensiero. Così alla fine orsi, pinguini, foche, cani, esquimesi, nessuno pensava a niente. Era insomma un mondo di tonti. Ma erano tonti non perché fossero in assoluto incapaci di pensare; ma per gentilezza, per delicatezza d’animo. Uno di quei secoli (allora un secolo voleva dire un giorno), un certo Tri Checo se ne stava su un lastrone di ghiaccio a godersi il freddo, immobile, con gli occhi socchiusi, senz’altro pensiero in mente che questa paroletta: “Bah.” Intanto, sulla sua testa a lettere di ghiaccio, si leggeva appunto: “Bah.” Che cosa poi volesse dire con questo: “Bah”, non è stato possibile saperlo.»
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